Dopo la morte del primo oppositore di Putin, Navalny, Michele Santoro ha detto la sua sul comportamento della politica italiana.
Non le manda a dire Michele Santoro, fresco di candidatura alle Europee con il partito ‘Pace Terra Dignità‘, a proposito della posizione dei politici italiano a seguito della morte di Navalny, il primo oppositore di Putin in Russia. Parlando a ‘DiMartedì’ su La7, il conduttore ha spiegato come, a suo parere, tale vicenda possa venire utilizzata per giustificare un nuovo riarmo dell’Ucraina e in generale dell’Europa per contenere le minacce del regime di Mosca.
![Michele Santoro](https://newsmondo.it/wp-content/uploads/2022/04/GI_Michele_santoro.jpg)
Santoro, la risposta alla morte di Navalny
Ospite di Floris alla trasmissione ‘DiMartedì’, Santoro ha subito spiegato la sua posizione riguardo le vicende successive alla morte di Navalny e alle reazioni della politica italiana.
Per il giornalista non ci sono dubbi: “Unità nazionale? Se è per continuare sine die la guerra in Ucraina, no grazie”, ha detto.
Durissimo poi il proseguimento del commento: “La manifestazione fatta con la fiaccolata (per Navalny ndr) era una manifestazione fatta per la continuazione dell’invio di armi all’Ucraina e la continuazione della guerra”.
L’affondo a Calenda
“(I politici ndr) Fanno bene a chiedere la verità. Ma se tu prendi l’intervista fatta da Calenda da Bruno Vespa. Quella richiesta di verità si è trasformata, in due minuti, nella richiesta di invio di armi in Ucraina, fino alla sconfitta totale di Putin. Queste cose, agli italiani, gliele volete spiegare?”.
E ancora: “A chi chiediamo la verità? Ai giudici russi? Eh, no, quelli sono russi. Chi stabilisce la verità? Calenda? Perché non raccogliamo tutte le informazione per portarle davanti a una Corte che decide”.
In conclusione Santoro ha aggiunto: “Vogliamo le armi, compresa quella nucleare, o le cose che contano davvero”.
Insomma, un pensiero molto chiaro quello del giornalista e conduttore che si distacca certamente da quello di altri politici.